1921-2021:
Centenario della traslazione del Milite Ignoto
MILITE IGNOTO
Soldato senza nome e senza storia, simbolo di tutti i Caduti e Dispersi.
Decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare
«Degno figlio di una stirpe e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria».
24 Maggio 1915 – 4 Novembre 1918
CITTADINO ONORARIO DELLA CITTÀ DI TRECATE
Dopo la Prima Guerra Mondiale, le Nazioni che vi avevano partecipato vollero onorare i sacrifici e gli eroismi delle collettività nella salma di un anonimo Combattente, caduto armi in pugno. In Italia l’allora Ministero della guerra dette incarico ad un’apposita commissione di esplorare tutti i luoghi nei quali si era combattuto e di scegliere una salma ignota e non identificabile per ognuna delle zone del fronte: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare.
Undici salme, una sola delle quali sarebbe stata tumulata a Roma al Vittoriano, furono trasportate nella Basilica di Aquileia. Qui venne operata la scelta tra undici bare identiche. A guidare la sorte fu chiamata una popolana di Trieste, Maria Bergamas, il cui figlio Antonio – disertore dell’esercito austriaco e volontario nelle fila italiane – era caduto in combattimento senza che il suo corpo potesse essere identificato.
Il Feretro prescelto fu trasferito a Roma su ferrovia e durante il tragitto, effettuò 120 soste in stazioni grandi e piccole ricevendo gli onori da tutta la popolazione. Nel frattempo affluirono nella capitale le bandiere e i labari di tutte le unità che avevano preso parte alla grande guerra.
L’epilogo avvenne il 4 Novembre 1921 con una solenne cerimonia.
Il feretro del Milite Ignoto venne quindi tumulato nel Sacello dell’Altare della Patria ai piedi della Dea Roma.
Tra le mille bandiere ad essa radunate in Roma era anche quella della nostra sezione Trecatese con due rappresentanti, D. Brignano e G. Corbellini.
Terminato il rito religioso si ricompose in ordine il corteo che volle recarsi a deporre le corone di fiori al Camposanto. Dietro alle Associazioni si ordinò anche la massa innumere di popolo. Mentre la sfilata traversava piazza Cavour gli ex militari hanno riudito con un senso di indefinibile nostalgia la melanconica melodia della canzone del Piave, suonata dalla Banda.
Il corteo raggiunse così il Cimitero dove furono deposti i fiori ai piedi della Croce centrale. Se Trecate avesse avuto il suo modesto monumento ai Caduti esso avrebbe visto intorno a sè tutta l’anima di Trecate che avrebbe parlato col linguaggio silenzioso ma pur eloquente dei fiori.
Mentre il corteo si scioglieva, sulle campagne deserte scendeva la voce grave e lugubre delle campane, che facevano eco in quel momento alle campane di Roma e d’Italia: celebravano mestamente il Soldato Ignoto, l’eroe senza nome il sacrificio che à rinunciato anche al modesto compenso individuale della gloria umana
Altare della Patria di notte. Archivio Natalino Griggio